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From Stribugliano in Toscana

UN PERCORSO NON ORDINARIO

Esperienze diverse e contraddittorie: Artist Riders

Spazio-tempo-moto

Andare in moto fuori strada, specialmente con un road-book, è trovare la rotta per poi perdervisi.

Contemplazione, parabola del transitorio e dell’impermanenza.

Direi meditazione.

Ammetto poi che si tratta di una storia fuori tempo, malinconicamente superata se si pensa anche solo al cambiamento climatico. Una moto in corsa non sarà mai più bella della Nike di Samotracia, ma la sperimentazione diretta della fisica rimane un’esperienza possente. Un’esperienza che ti pompa nel cuore del mondo.

L’idea di dover rinunciare per sempre all’ebbrezza del dominio dello spazio/tempo – di velocità e resistenza in sintesi – mi rimane difficile da accettare. Lo so, fa molto XX secolo, ma questa cosa di resistere alle forze, ai vettori universali che spingono in direzioni opposte a quelle volute, questa cosa di sperimentare sul proprio corpo geometrie euclidee e non, mi risulta irresistibile.

Talvolta lo stato di grazia è tale che la relatività non vale più. Sei una singolarità.E un wormhole ti spara diritto alla prossima nota.

Se poi è evidente come le moto e i rally non possano stare in cima alle priorità planetarie, è altrettanto vero che i grandi problemi non hanno mai escluso progetti individuali, arte e poesia di imprese non direttamente produttive

È proprio l’aver chiara la natura, modesta, di un progetto come questo che ne rivaluta il senso e un po’ ci assolve, consapevoli e perché no impegnati, sebbene animati da evidenti contraddizioni.

E allora avanti, proviamo.

Di fatto viviamo la tarda decadenza dell’era dei motori a combustione e degli sport motoristici. Il paradigma estetico sta cambiando e stiamo forse vivendo gli ultimi anni delle gran turismo. A meno che, ed è più che possibile, l’evoluzione verso l’elettrico subisca una significativa accelerazione fino a rendere il cambiamento sostitutivo fattibile e tale da riformare il paradigma estetico, sonoro e olfattivo in particolare. E questo si che aprirebbe ad una dimensione percettiva di grande interesse e fascinazione: la sostituzione del rombo con il rumore degli elementi. In moto come in una discesa libera, il cui suono primario è quello del vento filtrato e ovattato dal casco, comunque impressionante, insieme con l’attrito, o il rotolamento, sul terreno. E proprio il fruscio, i sibili, segnano le coordinate del movimento, indicatori di velocità e di posizione (e Heisemberg?), di scorrimento o di volo. Fantastico.

Certo che di questo elettrico bisogna ancora risolvere molto. Tipo: ma le batterie, poi? In termini di movimentazione generale serve giusto a migliorare l’aria delle città, perché poi il grosso del danno lo determinano i consumi industriali, il riscaldamento, l’agricoltura e l’allevamento.